13.5.07

Uno dei vantaggi dell’insonnia è la gestione accademica della labirintite.
Fino a quando vedi il tuo gatto camminare sul soffitto e cerchi di uccidere una mosca sul monitor del portatile facendole doppio clic, rientri nella prassi quotidiana.
Poi un giorno una suora bianca a bordo di una panda bianca con sigaretta alla bocca ti sorpassa sulla milano meda a 180.
Ora. La prima cosa che pensi è che si tratta di Dio travestito, in ritardo per la Signora in Giallo su fox crime.
Ma dieci minuti dopo, un’altra suora, un’altra panda.
Pensi che questa è la puntata in cui la signora in giallo sbrocca e va in giro a spaccare parabrezza dopo dieci anni di bon ton. Acceleri. Ma hai dietro un’altra suora.
Pensi a un’emergenza-suore a Meda. Una convocazione. Si trovano in 20 e il boss decide chi diventa capo-famiglia.
Poi ti accorgi di essere ferma.
Quando la labirintite raggiunge certi livelli e cominci a vedere i caprioli saltellare sulla corsia di sorpasso, devi fare due cose:
1. mentire fortemente a te stessa
Convincendoti temporaneamente che è tutto normale, permanendo in uno stato di grazia fino a quando arrivi a casa e collassi.
2. evitare un qualsiasi disturbo che potrebbe far crollare il tuo stato di grazia claudicante.
Per esempio accendere la radio e sentire accidentalmente la voce di uno che commenta una partita di poker come se fosse football americano.
Evitare di pensare che stai guidando una macchina.
Evitare di pensare a te stessa come un essere umano: tu sei un tramezzino al formaggio, un tramezzino al formaggio sereno.
Arrivi a casa, serena. tramezzino.
Parcheggi a T (freno a mano), apri la portiera.
Quando il tacco tocca a terra, lo stato di grazia crolla e se non vomiti perdi conoscenza.

Quarantena.
Quello che fai nello stato di quarantena è rivedere il padrino undici volte. Peccato che senti le voci dei doppiatori come se fossero alterate dall’elio, o voci di putti di 4 anni.
In ogni stato di quarantena c’è sempre una persona – tua madre- che arriva con la polenta e funghi dentro una casseruola.
Ti fa tutte le domande di rito (hai pulito la cucina? Perché non metti i vestiti nell’armadio? Perché non butti quelle scatole fastidiose? – Perché dentro quelle fottute scatole c’erano schede video e masterizzatori, e se ti ricordi bene tu mi hai cestinato la scatola del vaio inclusa la garanzia)
Ma non hai parole. E poi lei, superfiorella, ti rassicura.
-Comunque non preoccuparti per la tua sinusite cronica, è genetica.
Tuo nonno ce l’aveva sempre, e soffriva di labirintite ogni tanto.
Poi un giorno soffiando il naso ha tirato giù un etto di sangue, e si è sentito meglio.
E ah, da quel giorno ha perso completamente l’olfatto.
Ciao cara, dormi bene.

26.3.07

Il problema è che durante la consueta catena di eccellenti esaurimenti nervosi febbraio-marzo, ho la convinzione di essere lucida. Settimana scorsa viaggiavo a 190 sulla Cisa di notte.
Inseguita seriamente dai fantasmini di pacman.

8.2.07

A parte che non ho mai visto un’autobianchi y10 con a bordo un automobilista sano.
Quello che in questo momento sta ingranando la seconda davanti a me su un rettilineo libero con un limite minimo di 120, ha centodiciotto anni e il gesso su una o più parti del corpo.
Dietro di lui, numerico 45 clacson che suonano Wagner, il quarantaseiesimo sono io che suono i 25 minuti strumentali di this is the end, il quarantasettesimo è Wagner in elicottero.
Primo incrocio. Il nostro frena e la macchina si spegne.
Nell’impossibilità di sorpasso causa spartitraffico di metallo borchiato, puoi fare due cose.
La prima. Mettere sigur ros e suicidarti. La seconda. Smontarne un pezzo con una moneta da un euro e poi risaldarlo. Sempre che l’a-team lavori ancora anche senza Hannibal.

Semaforo verde, frena, la ipsilon si spegne.
Qualcuno applaude. Il donnino biondo dietro di me nel cayenne in ritardo sulla manicure del martedì apre il bigino di quattroruote e grida : la frizione, pirla.
La ipsilon sembra non riaccendersi. Poi parte in retro. Mette la freccia a sinistra. Va dritta.
Altro semaforo verde. Frena. Si spegne.
Io sto curando il donnino laccato con il retrovisore perché tra cinque minuti esce dal cayenne e mi sembra il tipo che prima spara e poi chiede.
E invece.
Al terzo tentativo fallito di accensione, Lui mette le quattro frecce in mezzo alla strada, apre la portiera,
esce.
Poi cammina claudicante verso il bar sulla destra. Entra e ciao. io ho parcheggiato.
E ordina un bianchino.

Tralasciando la mia manovra di sorpasso.
Arrivo all’autoscuola.
Si. Devo rinnovare la patente.
Impiegato: 40 euro.
Finito?
No. Deve fare la visita. Ma questa patente è scaduta da 4 mesi, non sa che multa avrebbe pagato se l’avessero fermata?
Ma figuriamoci. Mia madre mi ha fatto l’autista per quattro mesi. Adesso mi ha accompagnata mio nonno che è al bar a bere un bianchino.
Sul foglio ci sono 56 domande sul mio stato di salute, incluse domande su sifilide, pellagra, e malattie oculistiche relative al mio albero genealogico.
La mia famiglia compresa progenitori del medioevo, ha sempre vantato un gran dna oftalmico. Mia zia ha dodici malattie all’occhio. Sua madre è la foto di copertina di un libro di chirurgia. Uno dei miei avi fingeva di non essere cieco.
Nelle case dei miei parenti si trovavano a ogni angolo occhiali con spessore 5 centimetri, uno per la visione da lontano, uno per il giorno, uno per la notte, uno per la lettura in bianco e nero, uno per la lettura a colori, uno per riposo, tutti con montature da aviatore. Mio fratello non ha fatto militare perché avrebbe sparato agli alberi.
Io ricordo che per esperimento scientifico andavo sui pattini a rotelle portando gli occhiali di mia bisnonna, meno 10 decimi. L’esperimento scientifico: non cadere.
Le conseguenze della scienza:
Superfiorella: dottore mia figlia ha sempre mal di testa.
Dottore: è la pubertà.
(No, cazzo, sono tre mesi che metto gli occhiali della bisnonna per tre ore al giorno, qualcuno mi becchi e mi picchi, per dio)

Visita.
Dottore: stai bene?
Io: si.
(fa una riga verticale sulle 56 domande : a posto.)
Hai le lenti a contatto?
si.
Bene, copri l’occhio destro.
(indica una lettera)
P.
No.
K.
No. Copri il sinistro.
(indica una lettera)
G.
No.
N.
Quasi.
Bene.
(scrive dieci decimi)
Rivederla.

Impiegato: Fatto. Tenga. Questo foglio A3 lo deve conservare fino a quando le arriverà a casa tra poco meno di un anno un adesivo di 4mm per 2, che sbava fino a ridursi in poltiglia nel giro di una settimana, probabilmente le arriva già poltiglia, lei attacchi quello che riesce oppure faccia un pasticcetto con la biro, così attesta il rinnovo.

Mi chiedo perché non potevo fare la visita e pagare le 40 euro via internet.

24.1.07

Considerato che in tutti i canali compreso piùblu e latex channel, sui cartelli esposti davanti ai concessionari bmw e anche nella puntata di Hitchcock dicevano che sarebbe nevicato tra le 6 e mezzogiorno, sono qui sul tetto ad aspettare il primo fottuto fiocco di neve. Serena come un programmatore davanti a illustrator.

7.12.06

mattina.
cioè le 15.40.
il mio gatto nero non sta guardando la scena del tango di scent of a woman. quindi ha fame.
vado in cucina, gli verso la razione K e esco.
lui raccoglie il whiskas a bocconi dalla vaschetta, lo butta sul pavimento, lo schizza per tutto il perimetro della stanza. Poi senza fretta gira in tondo per cercare la preda come gli ha insegnato natural geographic e mangia tre quarti del whiskas depositato.

torno di sera. cioè alle 3.40
fuori dal mio palazzo c’è orazio con un sacco dell’obitorio vuoto. cercano un cadavere, dall’odore un cadavere di due tre giorni.
il cadavere non c’è.
è l’ultimo quarto di whiskas.
il whiskas è merda di maiale.
di maiale perchè contiene più unità di cibo intatto. i maiali non digeriscono tutto, non masticano tutto. ho sentito che un maiale una volta ha cagato un gatto.
quindi. sotto lo strato del marketing.
ieri ho comprato, in lista.
dadini di merda di maiale aromatizzati al manzo.
patè di merda di maiale con spinaci inaspettatamente non digeriti dal maiale.
sfilaccetti di merda di maiale saporiti al salmone.
Crocchette di merda secca di maiale dipinte a tempera.
tredici euro.
finalmente conosco il prezzo della merda all’etto.

5.12.06

star trek next generation puntata 17 stagione 4 titolo Terrori Notturni.
puntata in cui tutto l’equipaggio è privato del sonno REM per 5 giorni con conseguente follia generale.
Vedere Picard con i miei problemi è già l’apice della serata.
Ma alcune precisazioni, considerando che il mio massimo di veglia è stato numerico tre giorni consecutivi.

primo: mai dopo 3 gg di assenza rem potresti dire “prevaricare”.
diresti: fare sopra.
“addentrarsi” : fare dentro
“suggellare” : fare dopo
“coronare” : fare.

scatti d’ira. Si.
il secondo giorno uccideresti pubblicamente a sassate una cassiera perché non trova il codice a barre sulla scatola dei tappini per le orecchie sonno facile professional, ma il terzo non puoi affrontare nessun essere umano senza svenirgli sui piedi.
pensi “vai a cagare stronzo” e dici : ga-gu-gu.

odiare tutti. Si, soprattutto quelli freschi e riposati che profumano di lacca da parrucchiere.
tu sei un astuccio di nicotina e adrenalina, loro sono la voglia di vivere.
I nemici.

gridare. No.
Alzi la voce di un tono e due minuti dopo sei in un lettino di ospedale con una flebo di integratori nel braccio.

ricordarsi come far funzionare il motore a curvatura.
No. in condizioni tali la tua memoria basta solo a elencare il cast del padrino I escludendo fredo.

Non ti fanno male le gambe, non hai le braccia stanche, semplicemente non le senti più.
qualcosa digita sulla tastiera. Espressione di stupore atroce. Cos’è.
sono le tue dita.
Quello che senti in realtà, che percepisci nettamente come tua parte del corpo, è la faccia.
la faccia è fondamentalmente di neoprene.
la senti gommosa, le guance ti cadono per la forza di gravità, non ti guardi allo specchio per saggezza ma sai di essere jack nicholson.
Parte l’antivirus sul pc e lo fissi sospesa in ammirazione per 11 minuti secchi, trovando apatica soddisfazione passiva nel vedere i file che scorrono. pensi che per tutta la vita potresti vedere file che scorrono. Dovresti lavorare in un posto dove vedi file che scorrono.
dopo 5 minuti pensi a come si può morire a causa di file che scorrono.
poi l’antivirus conclude e dopo 40 minuti cliccando ok pensi: di già?
e mentre alle cinque di notte aspetti che qualcuno ti ricordi cosa cazzo stavi facendo, o meglio, che qualcuno ti dica cosa fare, ti metti a scrivere email a clienti di una certa importanza.
SBAGLIATO.

regola numero 1.
Evitare di scrivere alcunché come in effetti sto facendo in questo momento.
Dopo 3 giorni di veglia, outlook ti deve bloccare automaticamente i tasti rispondi e inoltra.
Il bottone ‘rispondi a tutti’ invece non dovrebbe essere presente in generale.
Dopo 3 giorni di veglia noti anche la pettinatura imbarazzante dell’icona di outlook ‘Rispondi’.
regola numero 2.
evitare telefonate da parte di chiunque tranne del tuo amico con esaurimento nervoso.
le telefonate tra due esauriti sono meravigliosamente raccapriccianti. Alla fine uno dei due mette giù perchè non si ricorda di essere al telefono, ma l’altro è già in cucina da mezzora a guardare nel frigorifero.

Guardare nel frigorifero.
qualsiasi cosa mangi ti rimane sullo stomaco per due giorni, quindi in assenza di prodotti della bayer che portino alla soppressione del senso del gusto, il tuo cervelletto spinto da moventi primordiali ti porta davanti al frigorifero. Continuamente.
Lo apri ogni dieci minuti per automatismo, pensi di avere fame.
Esamini ogni prodotto e ti fa schifo tutto. o meglio. pensi al sapore dei pomodori e ti stanchi del sapore dei pomodori. passi alla pizza. ci pensi un attimo, ci credi un nanosecondo, poi no. passi ai bocconcini di bufala fino a quando prendi in mano una birra e una sigaretta.
poi torni di là, apri la birra e la lasci diventare muffa di luppolo perchè ti fa schifo l’odore.

Vuoi sottoporti alla macchina della verità. Sai che se ti chiedessero “hai mai superato un limite di velocità” riusciresti a rispondere No con il candore di tua cugina di 6 mesi. Riusciresti anche a dire che ti è piaciuto 2001 odissea nello spazio.
Sai che se in questo momento dovessero operarti a cuore aperto non avresti paura. ti manca la paura.
esce la bambina di the ring dal tubo del condizionatore e la guardi sbuffando.
Poi invece sbagli a digitare una parola, metti la t anzichè la r e sei terrorizzata. tachicardia.
Attacco di panico. alzi il dito tremante e con gli occhi di jack nicholson ti guardi intorno per vedere se c’è qualcuno che ti sta sparando una pallottola meritata in mezzo agli occhi.

Siamo al giorno dopo. Hai dormito.
Quindi ovviamente stai meglio.
errore.
il day after è peggio. adesso senti le gambe e le braccia, senti molte parti del tuo corpo.
mozzate.
Gli arti pendono. La faccia è gonfia, sei diventata cher.
Cher è decisamente meno dignitosa di jack nicholson come concetto generale.
Cher è l’esoscheletro del nulla.
tu sei lì, occhi aperti, ma dentro sei la sigla di quark.
Le presenza di persone ti provoca un certo fastidio come quando clicchi Close Other Tabs invece di Close Tab.
Globalmente, più dormi la notte prima e più sei cher dopo la rinoplastica.
Cioè, io, tra poche ore.
Se passassero ancora le lettighe per portare gli appestati al lazzaretto, mi butterebbero dentro senza chiedermi niente.

3.11.06

se vostro figlio Piero dorme da 3 giorni ininterrotti, vi spiego io:
ha ingerito una dose massiccia di stilnox.
la prossima volta che lo mandate in giro in strada vestito da coglione a chiedere dolcetto o scherzetto indirizzatelo a sinistra

18.10.06

E fu sera e fu mattina e Dio disse: odio quando le sigarette mi cadono di sotto.
Al quinto giorno Dio creò la razza umana. Creò gesù 1.0, un essere a sua immagine e somiglianza ma un filo più brutto. Gesù l’androgino vagò per i campi da golf del paradiso terrestre per 33 anni, scrisse 23 libri di biologia, il dos, un ricettario “impara a cucinare le verdure con gesù”, fece ventisette miracoli tra cui trasformare l’acqua in pretzel, in caffè, in sigari cohiba, ma non ebbe figli.
A questo punto Dio disse: probabilmente gli uomini non sentono l’esigenza di procreare se non accidentalmente o fortemente stimolati.
La stessa notte Dio lasciò che gesù si addormentasse, gli prese una costola e ci fece Adamo.
Poi prese tutto il resto che rimaneva e ci fece Eva.
L’obiettivo era: dividiamo gli organi genitali e facciamoli incontrare accidentalmente.
Il processo di elaborazione di Eva fu estremamente complesso. I problemi base furono: 1. produrre un essere che sappia procreare quasi del tutto da solo ma non del tutto, e 2. produrre un cervello capace di dimenticare i dolori del parto. Tecnicamente, i dolori del parto si collocano in 20 neuroni chiamati i neuroni del parto, che, nel giro di due mesi dalla gravidanza, deflagrano nella testa della donna. In quel preciso momento, la donna in questione incrocia gli occhi, poi si ferma con espressione bovina perché si è dimenticata perché stava andando in salotto. Spesso qualche neurone attiguo si sciupa; come conseguenza, dopo la prima gravidanza alcune donne diventano miopi, si riempiono di vene varicose, si dimenticano perché hanno sposato un ominide peloso, si dimenticano di avere sposato un ominide peloso.
Alla domanda: è stato doloroso il parto? Una donna risponderà, con un margine di errore del 10%: “Si. Ma mi ricordo solo la gioia alla fine.
Non mi ricordo se la cosa vicino a me durante il parto era mio marito o un ficus beniaminus. No, forse era lui perché ad un certo punto ha vomitato nella cassettina del bisturi.”
Ricordiamo, già che ci siamo, le frasi più significative raccolte durante il pre-parto, proferite da donne con la penultima doglia in essere.
“vaffanculo a te e a tua madre”
“ la prossima volta lo fai tu, maledetto ominide peloso”
“gli altri figli li adottiamo, anzi no, li noleggiamo”
“io lo faccio e poi ti ammazzo”
Ricordiamo anche le frasi più becere del marito.
“ah, è una femmina? Peccato.”
“adesso è tutto finito cara” (sto cazzo)
“è finita la batteria della telecamera”
“esco un attimo a fumare una paglia”

L’ominide peloso dicevamo, errabondava nel paradiso terrestre da solo.
Ad un certo punto, al limite dell’esasperazione, notando che anche i fenicotteri avevano uno straccio di partner sessuale, salì sull’albero della conoscenza del bene e del male e gridò (riassumendo bene un tot di caratteristiche maschili): c’è figa?
E dio disse: si. Qui ce n’è a pacchi.
Quindi eva comparse dopo anni e anni di lavoro. Dio voleva riprendere in mano anche Adamo quando vide meglio la prostata, ma poi lasciò perdere dicendo: E’ già buono che non vi faccio crepare dopo il coito, ma dovete aiutare Eva a cacciare i mammuth.
Dio amava eva, che aveva un coefficiente maggiore di sue caratteristiche. Un po’ più beta adamo, un cromosoma Y fatto male che scorrazzava con il suo sopracciglio unito.
Poi ebbero dei figli. Adamo pensò che eva fosse miracolosa e divina. Si inventò il culto della donna, della Dea dispensatrice di vita. Dio doveva essere una femmina, l’estensione macrocosmica del corpo femminile. Disegnò vagine dappertutto, raccolse conchiglie a forma di vagina e le usò come simboli del divino per adornare il tempio della dea.
Poi, molto dopo il neolitico, mentre stava scolpendo una vagina di 60 metri, un serpente gli disse: guarda che mica ha fatto tutto da sola, la tua donna. Ricordi quello che avete fatto ieri dietro l’albero dei pretzel? Si, certo che vi ho visti, qui non c’è un cazzo da fare. Quella roba bianca che ti esce è il bambino in miniatura. Disse il serpente, che era alto uno e ottanta e camminava su 18 gambe bellissime e coltivava marijuana. (prima che dio dicesse: tu serpente, striscerai e comparirai in tutti i sogni come un simbolo fallico.)
Adamo: ah, non ho capito niente ma hai ragione.
Adamo, dopo 400 anni di riflessioni, capì il processo biologico della riproduzione.
A questo punto Adamo, per ridare dignità al suo sopracciglio unito si convinse che eva era solo una macchina scaldauova, e decise che in quanto scaldauova la donna dovesse stare a casa, completare al massimo la terza elementare per saper scrivere una lista della spesa e fare più figli maschi possibile per tramandare il suo cromosoma Y. Che dovesse essere casta e coprirsi ogni centimetro di pelle, non guardare mai gli altri uomini in faccia se ce ne fossero mai stati, e che invece gli uomini potessero scoparsi tutte le donne, domestiche comprese, le pecore e gli altri uomini in caso di necessità sessuale.
Dio, immaginando il ‘68, decise di affrettare in tempi e li buttò fuori dal paradiso terrestre.

Caino e Abele, i nickname di Cane e Agnello, diventarono grandi. A pagina 89 della bibbia stanno arando i campi e pascolando greggi, soli al mondo.
A pagina 90 trovano un hotspot wireless. Girato l’angolo, un macdonald’s con 40 bmw in fila.
La Bibbia è molto chiara su questo: Caino ammazza Abele per noia, poi gira l’angolo e trova il paese di Nod, diecimila abitanti minimo.
Eva, incazzata come una bestia per il pre-mestruo, salì sul tetto durante una notte insonne e disse a Dio: ma cazzo. Mi hai fatto parlare 600 anni con un deficiente e mò scopro, quando ho le tette mosce, che c’è il Palatrussardi a 100 metri dalla mia capanna?
E dio, che al momento era al concerto dei Depeche Mode, disse: Scusami. Ma il grande fratello danese cominciava ad essere noioso, ne volevo uno tutto mio nel mio granaio.

15.9.06

Avete presente il tono di voce di una delle inviate di lucignolo. Quella. Mi paralizza.
La sento e mi congelo in mezzo al salotto.
E’ il tono di una maniaca depressiva bipolare nella sua fase up, con due grammi di cocaina e due dita di caffè lavazza su per il sedere.
Euforica, orgasmica, gallinacea, cip e ciop. Al confronto, la voce di Marion Cunningham è un rutto di uno speaker di history channel. Questa donna, la morte del giornalismo, insieme al gabibbo e il tizio che canta splendido splendente, possono portare alla demenza.
Esco dalla doccia e la sento. Il punto è che sono in egitto a schivare l’esaurimento nervoso previsto per agosto e perdo le speranze di fronte a questo servizio di studio aperto.
Che dice.
Da una ricerca condotta da settecento laureati americani rinchiusi in una grotta per quattordici anni, è emerso che le donne che hanno più successo professionale e soddisfazione nella vita sono quelle (pausa previa rivelazione) 1.alte e 2.belle.
Ora. al di là che fare la velina non mi sembra un gran successo ma per gli autori di studio aperto è il massimo grado di evoluzione femminile, questo risponde a due quesiti.
Il primo è : ecco dove cazzo erano tutti gli scienziati, a parlare di figa.
Il secondo : ecco perché mia nonna con la licenza elementare non è diventata il direttore di vogue italia, era alta 1.62.
Cito letteralmente: “quindi, la donna intelligente tramonta di fronte alle alte e belle” Segue servizio sulla canalis.
Ora. a questo punto io con il sangue dal naso ho già cambiato su Aljazeera.
Ma un paio di commenti.
Uno. Quello che veramente mi interessa in agosto come servizio del tg è in quanto tempo si formano i cagnotti nel whiskas lasciato nella vaschetta sul pavimento della cucina.
Due. Il vero direttore di studio aperto è Pippo Franco.

13.8.06

Prossima fermata : paradiso.
Io. Tredicianni, seduta sulla sedia di mio nonno con davanti il fiasco di vino.
Vino fatto da lui, dagli alluci dei piedi fino all’assaggio del mosto fino alla sbronza controllata.
Mio nonno arriva, mi vede, mi solleva dal bavero e con movimento argano mi sposta sulla sedia adiacente.
La tesi è : ho lavorato 30 anni in bottega per avere una sedia e tu in 13 anni di puttanate troneggi qui davanti al mio fiasco senza aver mai vomitato vodka tedesca in tempo di guerra.
Dicevo. Stavo guardando Prossima fermata: paradiso.
Considerando che la commissione di censura a casa mia era a norma monastero clarisse, per intenderci NC-17 anche sulla sirenetta (troppi nudi), mi ero abituata a frequentare il salotto di mio nonno dove potevo comodamente godere di film di guerra, sparatorie e occhio di clint eastwood.
A 12 anni ero a regime puffi mentre i miei coetanei erano a pretty woman.
Ah. Pretty woman. Mio padre regala il vhs a mia madre. O il contrario, altrimenti sembrerebbe volgare. Un giorno io chiedo gentilmente se la visione di questo film potrebbe essere effettuabile collettivamente. Mio padre: si.
Quello che mi aspetto è che lui inserisca la cassetta e si metta comodo a vederla con me, mia madre e mia sorella (mio fratello è chiuso in camera a chiave per evitare la sola visione di un fotogramma)
Invece no. Lui si mette in piedi, vicino al vhs, copre metà della tv. Mia madre invece sul divano affacciata in modo perpendicolare, permanente vaporosa in grado di coprire l’altra metà dello schermo. Parte il film. Non sento alcune parole chiave perché sopra la parola “prostituta” mia madre grida : “tesoro hai fatto i compiti di matematica?”
Poi scena dei preservativi. Lei, credo, sfodera una decina di preservativi di ogni colore sostanza e sapore (saprò dopo 2 anni). Mio padre copre il televisore e va in fast forward.
Quello che il mio cervello carpisce in velocità 2x è julia roberts che offre caramelle Rossana. Che in america hanno più colori.
Poi scena di sesso sul pianoforte. Lo dico con precisione a posteriori, dato che in quel momento io il pianoforte l’ho visto un nanosecondo. Appena mio padre vede il piano, stop.
Non fast forward : STOP. Schermata blu.
Poi fast forward. Poi, dopo alcuni minuti, PLAY.
Siamo ovviamente troppo avanti, ma il rischio di fare rewind e quindi per caso sfiorare la scena inquisita è troppo alto. Quindi andiamo avanti senza capire un cazzo, perché io, tredicenne, a metà del film penso che in quei due minuti abbiano finalmente chiarito con motivazioni:
1. il perché un uomo vuole parlare con una prostituta -se non è uno delle iene di italia1-
2. che gli uomini ricchi e belli vogliono solo parlare con le prostitute
3. che gli uomini ricchi e belli trombano con le prostitute solo se si innamorano

Il film finisce e io, tredicenne, ho capito
1. è una storia d’amore tra una vestita male e uno vestito bene
2. lui le dà i soldi per vestirsi bene
3. vestirsi bene è necessario per entrare nei negozi senza essere trattata male
4. la minigonna leopardata non è vestirsi bene

detto questo. In un regime di censura sopra mila e shiro ma sotto top gun, io vado da mio nonno regolarmente a vedere
1. mezzogiorno di fuoco
2. sergio leone : filmografia
3. film di guerra vari, anche in b/n, splatter nascosto dal b/n, morti a grappoli.
Dicevamo. Prossima fermata: Paradiso.
Questo film visto con un fiasco in mezzo agli occhi, e ammetto, una piccola sorsata d’iniziazione, mi ha devastato la pre-adolecenza. Allora sto tizio, morto in un incidente stradale, si ritrova in paradiso a doversi difendere. Chiaramente al 23esimo minuto del film trova la figa.
Ma più importante è che parla di reincarnazione e di grande fratello.
Reincarnazione. Ho cominciato a guardare la mia gatta diversamente. La mia gatta quando guardava il monitor del pc e sembrava contestare i miei sgorbi in paint. La mia gatta quando apriva il frigorifero come se fosse gesto abitudinario. Il gatto di G. quando pisciava nel water e tirava l’acqua.
Al padiglione delle vite passate il nostro tizio vede se stesso nelle altre vite. Vede una zecca, un millepiedi e un vatusso sbranato da una tigre. Lei, meryl streep, vede un condottiero, socrate e gesù cristo.
Poi gesù cristo si innamora della zecca come è scritto nella bibbia.
Il paradiso è un hotel tipo riccione, tutti sono vestiti da sofisti e giocano a minigolf all’acquafan di riccione.
Secondo. Grande fratello.
Mi immaginavo entrare nella sala in cui avrei dovuto difendermi dalle mie scelte di vita. E nei miei tredici anni, pensavo di dover difendermi da:
1. non aver detto a mia madre di aver mangiato io metà del dentifricio paperino’s
2. aver minacciato mio fratello di morte con un cotton fioc (se lo spingi nell’orecchio buca il cervello)
3. aver rubato un pezzo da due rosso trasparente della lego a mio cugino che aveva l’astronave, anzi, ne aveva due, però c’era da dire che avendo il lego spaziale lui aveva un sacco di pezzi trasparenti, e io avendo la “stazione della benzina” zero. E mi servivano per abbellire il negozio dei superalcolici lego nella stazione della benzina.
4. quattro.
La questione della difesa davanti a due giudici del paradiso che mangiano merda di cavallo sui piatti dell’acquafan di riccione mi ha ossessionato per un paio di anni.
Tutto questo per dire che in questo momento stanno dando questo film.
E che sto rifacendo dopo 15 anni l’elenco dei punti su cui mi dovrò difendere ma soprattutto sto scrivendo una segnalazione per far sì che nel momento del giudizio, sul grande schermo ci sia la scena di me sulla milano meda di notte, che fermo la macchina davanti al cartello di divieto 70 km/h e ci scrivo l’1 davanti.