20.30
Arrivo in casamadre in costume da bagno con 530 ml di voltaren gel sulla schiena, quattro strati.
Dopo venti minuti dall’applicazione riesco a sbattere le palpebre senza dolore.
I tendini del collo, se sottoposti a lunghe sessioni davanti a un portatile, si annodano e fanno un’asola finale. Quando fai la retro in macchina fanno il fiocchetto tipo pacco regalo.
Se entrate in una trattoria e vedete uno che mangia le lasagne con la cannuccia, fiocchetto.
Superfiorella è davanti a rai3, sguardo luttuoso.
Mio padre non apre bocca da quando la cdl ha raggiunto la percentuale dell’unione e zittisce i presenti.
“Pà, dove hai messo la carta igienica?”
“Zitto, non cantiamo vittoria prima del tempo.”
Mio zio N., allontanato da ogni seggio elettorale per destabilizzazione dell’equilibrio psichico (sei di destra? Siamo chiusi, torni martedì) ha organizzato la Biciclettata Unione, cinquanta km in bicicletta con le bandiere di bertinotti, festa nel capannone dell’unità e infine Guccini al telefono verso le 22.30.
Mia zia S. irrompe in casamadre: “ho votato berlusconi perché lui abbassa le tasse e Prodi le alza”
Silenzio del terrore. Io e mia madre ci chiudiamo in bagno, a chiave.
Mio padre guarda S. Non muove le labbra. Molti giureranno poi che era la vena del collo a parlare.
Dice “adesso capisco perché le donne non potevano votare. Vai a casa tua, giuda iscariota.”
23.30
Mentre giro in casamadre con il sacchetto ipercoop a saccheggiare beni alimentari di prima necessità, sento proferire mezzefrasi provvisorie. Mio padre: “forchetta di voti” “altalena di risultati” “zitta non cantiamo vittoria prima del tempo” Mia madre: “prodi dov’è?” Mia nonna: “craxi dov’è?”
0.30
Supergianni, dopo mezzora di sonno agitato sulla sedia, si accorge dell’assenza di un risultato ufficiale. Scatta in piedi.
Dice “basta, abbiamo vinto” e spegne la televisione.
Fine.
Mio padre ha deciso. La sua autorità è notoriamente maggiore di quella del Viminale.
Mio zio N. sta dormendo in salotto sul sellino della bicicletta.
Io spiego a mia nonna che è finita la guerra, per sicurezza.
Mio fratello è in piazza a scrostare i cartelloni di forza italia.
Alla 1.15 Guccini telefona per sapere se mio padre ha deciso chi ha vinto, che ha sonno anche lui.