Ore 3.00 trapasso improvvisato.
Sfrutto l’onda anomala di determinazione domestica per lavare anche la collezione di bicchieri da aperitivo, sospesi al negroni sbagliato da giorno x di gennaio.
La forma cilindrica intollerabile danneggia la mia nevrosi.
nel corso di un moto tantrico insinuatorio della mano destra, un pezzo di vetro imperdonabile varca la carne e scava un voragine.
Zampillo di sangue sulla specchiera, io spettatrice abulica.
Realizzo che mi sto dissanguando quando il rubinetto si riempie di carminio100, e contengo il desiderio di morire d’accidia. So di non avere una benda. Ma so di per certo di aver visto recentemente un cerotto FarmaMed dimensione Corazziere.
Si, ricordo. Nel cassetto di Miss Prissy dimissionaria di dicembre, luogo Viale Monza.
Scomodo.
Notifico che non è laborioso decedere.
Che il programma mio e dei miei neurologi di mancare a 33 anni può essere rettificato.
Notifico scetticamente l’insufficienza di dolore, previsto dai copioni americani più qualificati.
Discolpo holliwood solo perché carica di ipnotico-sedativi alteranti.
Notifico la mia freddezza, rammentando che dopo la scena di E.R. “21enne di colore, maschio, ginocchio piegato inversamente” ho girato su junior tv con le gambe molli.
Quando le pareti del bagno annaffiate sono graficamente accettabili, delibero di fasciarmi.
So di non avere fazzoletti in casa.
Suppongo che le autoreggenti non si prestino all’episodio clinico.
All’attivo sto guardando il getto da minuti 10 invasa da inerzia bovina.
Vorrei avere la capacità matematica per calcolare quanti cl ho disperso nell’arredamento, ma sono capace di cambiare bonariamente canzone della playlist, irrorando tastiera e mouse per un LINGER nostalgico. Timeline dell’età dell’oro scorre come il sangue sul braccio.
1993.Sdraiata sull’erba umida di parchi anglosassoni, capelli rossi ricci lunghi alla schiena, sorriso.
2003.Sdraiata sulle tegole umide di un tetto opaco, capelli lisci bagnati occhiaie perenni, valium.