Stai per salvare quarantacinque minuti lordi di photoshop.
Black-out.
Il dramma cieco delle due dita immobili su Ctrl e su S davanti al mutismo tecnologico apre il capitolo Ira Di Dio, svolta della nottata.
Dopo quattro minuti il livello di tenebra non scende dal 100% e le tue dita non si staccano psicologicamente dal ctrlS. Ricordi di aver fatto le prove di labirintite [Sotto la doccia, spegni la luce, chiudi gli occhi e cerca di non barcollare] e che gli esiti drammatici sono stati attribuiti alla nicotina e al carcadè.
Passo uno. Frantumi una delle sette ciabatte multipresa e sospetti per un attimo che il blackout possa derivare da un sovraccarico. Passo due. La tazza England Mug va in calcio d’angolo.
Passo tre. Urti una weiss e parte una reazione a catena che termina con un miagolio strozzato.
E stai andando dalla parte sbagliata.
Ti strappi una manica della maglietta “Messia” e ti bendi gli occhi.Cominci a vedere la mansarda come un fascio di luci e fuochi. Ritrovi il tuo accendino a forma di gesùcrocifisso (premere sul chiodo dei sacri Piedi), ti siedi sullo sgabello del pianoforte e accendi 9 mg di catrame. L’appoggi sul bordo del pianoforte e suoni un notturno fasciata nel blackout.
Legittimata cinematograficamente, dimostri che in otto minuti di chopin i 5,7 cm di cenere rimarranno attaccati al filtro.
Bussano alla porta.
Sono i carabinieri, hai svegliato cinque condomini contigui.
E la parte sinistra della tua mansarda sta andando a fuoco.