.

*
ore 4 punto venticinque. sei al bivio tra valium anabbagliante o vivisezione di cetriolo su occhiaie realmente meritate.
cuscino madido adiacente manifesta l’assenza conclamata dell’Ospite, in entrambi i sensi semantici.
Latita da diverse settimane con scusanti politiche ultraterrene.
Ultima lights allarme. Sai perfettamente di essere già nell’abitacolo della tua auto durante il fosbury da tegole a divano.
Retro, strada vacua, profilo Mute.
Sguardo alla rifrazione luminosa sul tuo tetto.
Scivoli su superfici asfaltate di nessuno, ripassando a memoria parole dosate di neurologo familiare, dipinto simbolicamente nei tuoi Onirici come Iceberg barra Eurostar.
‘ L ’ i n s o n n i a p o r t a a l d e c e s s o ’.
Mentre finisce di declamare il complemento di moto a luogo, ti accorgi di puntare l’interesse prevalentemente sulla dizione, discretamente ottocentesca, e sulla ruga che gli solca la guancia destra, dogmatica. Il contenuto slitta via, con vento a favore.
Scali, rettilineo sfollato, freni disponendoti in orizzontale e ostruendo i sensi alterni di carreggiata.
Portiera aperta, 3 euro e 10, sigarette, portishead finalizzati a cullare il grappolo di villette a schiera incensurate.
Risolvi che la rotonda in quinta non si può affrontare.
Scendi dalla macchina e aspetti il paio di balle di fieno texane rotolanti.
Ti siedi sulla gradinata di G., tra poco apre la serranda con scritta spray: “338[..] : chiama: vendemmie di figa
Possiedi budget illimitato per focaccia calda qualità somma.
Consacri l’alba come se fosse la prima lacrima.