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Il cervelletto in tensione lavorativa elude qualunque effetto acustico circostante.
spettri di suoni ritornano poche ore dopo e percepisco in fade-in la voce della parodi.
ignara comprendo di aver supportato l’audience di una trasmissione televisiva ignota e manifestamente in passivo
approccio il televisore con fattore di sprovvedutezza 100%
I fotogrammi di bacio progettato superano i 10 secondi di tolleranza
Devoto Oli Padre pettina il suo cordless di vero castoro e chiama Devoto Oli Figlio.
Pochi minuti dopo alcuni monaci benedettini nelle cantine di Villa Oli stanno lavorando con il bianchetto per la revisione del lemma “dignità”
Mentre con lucidità inserisco le pallottole nel tamburo, la parodi in lacrime causa ultima puntata ringrazia lo staff per lo splendido e agguerrito teamwork. Durante la captatio la voce è distorta da torsioni metalliche ammissibili solo a luglio. Elementi scenici ed anatomici cadono a terra, con l’espressione di chi vuole cadere dalle nove e trenta. Alle sue spalle una sfera enorme di metallo sta già demolendo l’edificio.
Sigla. Lentamente mi punto il ferro alla tempia.
Concentro tutta la delusione per il genoma umano nel dito indice.
Nell’abisso psichico ridimensiono anche il rinascimento e l’illuminismo