30.10.05

Durante una dislocazione feng-shui in mansarda, cadono dalla libreria, nell’ordine:
un pacco postale marzo 2003 con la scritta “urgentissimo barra urgentissimo”, sigillato.
un succo d’arancia ACE plus del 96 pieno a metà.
un volume intitolato sussidiario di scienze, con etichetta Seconda Media.
Pensi per un attimo ad A.Fleming poi rimetti al suo posto l’ACE plus. Tra 23 anni troveranno un prugno in salotto.
Considerato che tra numerici quattro minuti hai un appuntamento di lavoro in piazzale Loreto, ti siedi comodamente sul pavimento e apri pagine a caso del sussidiario delle medie.
Prima pagina casuale. I boscimani.
E’ statistico che dai 7 ai 15 anni non si faccia altro che studiare boscimani. Ogni caratteristica base dei boscimani è l’unità di misura di tutte le materie scolastiche. E i boscimani attualmente in vita sono quattro. Vivono tutti in viale jenner a milano e cercano di venderti l’incenso che tiene lontano il dio nacchera dall’area notte della casa.
Seconda pagina casuale. Leggi.
Per questo esperimento hai bisogno di un uovo crudo e di un recipiente in polistirolo. Utilizzando il polistirolo crea una protezione per l’uovo. Esamina quindi i danni subiti dall’uovo quando cade con e senza la protezione. In un incidente di bicicletta o di skateboard, il casco protegge il cervello allo stesso modo.”
sottolineando skateboard e dimenticandosi di aggiungere “guidando una ruspa a benzina super sarete al sicuro
”.
Sei indecisa se andare a prendere un uovo nel frigorifero. Non resisti a nessun tipo di prova scientifica guidata.
Pagina del cervelletto.
Frase evidenziata in verde.
Il cervelletto importa segnali visivi, acustici, tattili e vari altri, ed esporta comandi motori.
Qualcuno di molto peso per la mia formazione culturale, non mi ricordo se una supplente irregolare di biologia, piero angela o freddy mercury, diceva che il cervelletto durante il sonno isola la coscienza dai rumori non preoccupanti.
Per esempio. Una madre sente il pianto del suo bambino e non il tonfo del suicida dal terzo piano.
Per esempio. Io dovrei sentire l’odore della mia mansarda che brucia e non lo stormo di omini urlanti all’asilo di fronte.
E invece no. Tutti quei piccoli coglioni che trovano ancora un significato nello scivolo trapassano il mio cervelletto e arrivano dritti alla sede del fastidio.
Precedente.
Ore 9.30 am mi addormento inspiegabilmente in tempi brevi.
Tempo due minuti una probabile cintura nera di 70 anni butta giù la mia porta con un calcio secco. Mentre gli addetti gli ingessano la gamba, nove persone e un prete in formazione romana, con gli scudi a tartaruga entrano in mansarda gridando “al fuoco”.
In effetti nel torpore del predormiveglia il mio cervelletto sciupato dall’asilo sacrocuore attiva l’olfatto. Percepisco nettamente odore di bruciato.
Mi alzo dal letto. Il prete alla vista di una donna che ha smesso a 8 anni col pigiama accenna all’atto di dolore, poi si butta sui pistacchi nell’anticamera. La compagnia dell’olfatto gira per casa mia in formazione senza trovare l’epicentro dell’incendio. dopo cinque minuti di confidenza c’è chi comincia a prepararsi un toast e chi si arrabbia per la carenza di semolino in cucina.
Poi qualcuno al primo piano avverte che ha carbonizzato la cotoletta.
L’allarme cessa e con estrema gentilezza mando affanculo la compagnia alla vista di due tacche in meno di lagavulin in bottiglia.
Dopo 45 minuti di ventola forza 3 piango l’assenza di incenso dei boscimani.
Le spoglie della cotoletta abitano la mia mansarda ancora per ore.
Poi apro l’armadio. Tiro fuori un cohiba. E vinco.
Dopo sette tiri di cohiba il cervelletto non importa più neanche il segnale olfattivo di un cadavere di tre giorni.

21.10.05

La capacità di apprendimento dell’essere umano si estingue nell’esatto momento in cui compi i 27 anni. Da un giorno all’altro.
sera-mattina: ciao.
Se a 27 anni non sai l’inglese, non lo imparerai mai. Dopo 5 anni di corsi serali con una madrelingua di settantacinque anni ex babysitter di Diana, andrai in giro a far figure di merda pensando di avere un leggero accento australiano sofisticato, con il quale esibirai il vocabolo beer pronunciandolo bair.
(silvio)
Se a 27 anni non sai come si cucinano gli spaghetti, verserai prima la passata di pomodoro nello scolapasta, poi la pentolata di spaghetti compresa acqua bollente sopra.
(Giuseppe : mensilmente recidivo)
Se a 27 anni non hai il senso dell’orientamento, ti ritroverai nella parallela del viale di casa tua con lo sguardo di tua nonna davanti a dreamweaver.
Accendi il navigatore, selezioni indirizzo: casa
Esce la schermata: ‘è dietro l’albero, coglione.’
Primo passo in caso di coefficiente zero qualitativo: farsene una ragione.
Secondo passo: trovare un tecnico.
Nel mio caso il tecnico è da ricercarsi nella categoria professionale camionisti.
Il mio camionista fidato è R.
Sei in una zona ignota regione lombardia di notte nella nebbia. Lo chiami.
Pronto R. ciao. sono io. non so dove cazzo sono.
R: cosa vedi.
io: vedo un palo della luce nero alto due metri e una pensilina del bus con sopra la pubblicità di una ragazza bionda con addosso un reggiseno fuxia con ferretto intimissimi.
R: sei a lodi, via marani 12 angolo via augusto. La ragazza bionda è Federica fontana. prendi la prima a destra, dove c’è il cartellone di max con una figa con i capezzoli scuri lunghi un centimetro-un centimetro e mezzo, vai avanti due metri e trovi il cartello autostrade.
Io: grazie R.
R: sbrigati perché verso le 6 cambiano il cartellone di max con il poster della velina più figa.
Chiudi la telefonata, svolti a destra, e pensi che il tracciato di strade immagazzinate nel tuo cervello non può competere con la topografia della figa.

20.10.05

Ore 18.21
Viale Sondrio nel panico.
Alle ore 18 molte vie milanesi di cui il mio navigatore tiene una lista contrassegnata come “NO”, si trasformano in succursali di gardaland. Tamponare auto antistante: cinquanta punti.
Scrollare la cenere di sigaretta nell’abitacolo del veicolo prospiciente attraverso finestrino: cento punti. Suonare con il clacson la cavalcata delle valchirie: 150pt.
Se avete una panda, considerando che il suono del clacson di una panda lo ricavano dalla registrazione di un orgasmo di un tacchino, 5pt.
C’è chi apre il portabagagli del suv, tira fuori il calcio balilla, lo piazza sulla doppia striscia e fa milanesi contro lavavetri. Quando parte la canna dell’amore in fondo alla fila riesce ad arrivare al semaforo di viale Sondrio. Non è strano vedere il tizio che passa con i panini caldi e le oransode, con la bandana Cinema Lux e un dispositivo bancomat a tracolla. Settimana scorsa ho visto un uomo vestito di bende con un crocefisso di legno alto tre metri sulla spalla, che camminava regolarmente in fila.
E tutti noi siamo felici.
E anche dio è felice, perché di lui se ne parla più in viale Sondrio che nel concilio ecumenico.
Ore 18.21.
Ho appena parcheggiato nel P vicino al viale, 18 euro all’ora, e consegnato le chiavi a Hamada.
Hamada è un venticinquenne egiziano che sposta macchine nel garage. Ha vinto la mia stima un piovoso giovedì, quando ha parcheggiato con due manovre un audiA8 in un posto-scooter.
Mi ha detto che una volta ha smontato una golf gt e quando l’ha rimontata era una lancia delta. Io ci credo.
Cammino per la via. Una panda in crisi muove i tergicristalli a velocità warp, cielo: sereno.
Poi, loro.
Mirko e Licia.
Mirko è questo ragazzo con camminata da scarpa correttiva, occhiali fashion lifestyle, eastpack su una spalla come quando noi facevamo i fighi alle medie, fenomeno che causa gobba, scoliosi, doppio mento, tetta destra più grande della sinistra.
Lei, Licia, è appena uscita dalla coop, appagata dal badedas in offerta, taccheggia con soprabito rosa e due sacchetti visibilmente carichi di carta igienica foxy.
Io, dietro, mi chiedo perché cazzo tutti stanno guardando in alto.
Dopo dieci minuti scoprirò che è in atto una migrazione di rondini abbastanza inquietante.
Mi pare di aver letto che le rondini seguono un percorso definito e le loro coreografie aeree hanno un senso. In effetti le ho viste comporre la scritta “marlboro country” in volo.
Durante le migrazioni i milanesi si alzano alle 6 di mattina con la spatola per togliere i venticinque etti di merda depositati sui parabrezza. Ma sono felici.
Mirko e Licia stanno guardando in alto, ammaliati dallo spettacolo che poi racconteranno al fidanzato via mms, e sì.
Si scontrano.
Parte una canzone dei beehive.
Lei cade, lui no perché ha le scarpe correttive da due kg brevettate a alcatraz.
I sacchetti coop rotolano sul marciapiede, da uno dei due schizza in velocità un oggetto viola che avanza rapidamente verso viale Sondrio. Una citroen vede l’oggetto, frena, si gira in strada, e dà inizio al mini tamponamento da viale Sondrio retroattivo fino a maciachini.
L’oggetto è un maxi pacchetto di assorbenti lines seta ultra petalo blu notte con ali cinque tacche di abbondanza.
Licia, che è un filo timida, ci regala la jpg del viso più magenta della storia.
Il giorno successivo prenderà in prestito il fucile di suo zio Boris, uscirà di casa alle 5.30 e schioppetterà interi stormi di rondine con la maglietta revenge.
Mirko, immortalato con una mano sulla tetta sinistra di licia, guadagna l’apice della giornata e aiuta ad avvolgere la carta igienica foxy srotolata.
Hamada prende in mano la situazione e in sette minuti porta tutte le auto incidentate nel garage al quindicesimo piano. C’è chi giura che le auto si muovessero da sole ai suoi ordini verbali.
I nonni di viale Sondrio escono dalle case con le braccia dietro la schiena, indicano gli oggetti nelle borse coop e li commentano contrariati.
Io salto i carciofi surgelati e vado dal cliente con un’ora e mezzo di ritardo giustificata.
Le rondini compongono la sagoma di un assorbente con ali.
Dio è al call center di sky a lamentarsi che su satellite non c’è più un cazzo da vedere.

7.10.05

Le bottiglie di acqua che sciacallo sistematicamente nelle cantine dei residenti del mio palazzo, se aperte, hanno un leggero odore di acidità approssimativa.
Essendo di plastica e di una marca non definibile, ho considerato
Uno. È l’acqua del ferro da stiro frizzante.
Due. Nei piani sottostanti c’è un acquabomber.
Tre. Se porto l’acqua ad ebollizione e metto una bustina di thè del Cairo, l’epatite c sovrasta e annulla l’effetto del veleno.
Quattro. Non posso comprare l’acqua al supermercato. Pesa.
Cinque. L’ultima volta che ho preso un carrello l’ho ritrovato due ore dopo nel reparto carpaccio, con dentro un bambino disperso che deformava le mie mozzarelle di bufala.
Ho preso il bambino che piangeva dal cappuccio della giacca a vento e l’ho inserito regolarmente in un altro carrello casuale.
Superfiore è a una tacca materna dall’essere clinicamente ipocondriaca.
Causa: un servizio di tg4 di mesi fa.
Nonostante in casamadre il tg4 sia vietato dall’ordinamento giuridico familiare, capita che mia madre ascolti il servizio. Il quale servizio, estremamente professionale per definizione, si apre con scene di repertorio di apocalypse now e si chiude con il payoff : MORIREMO TUTTI.
Da quel momento in poi superfiore si rifornisce con il servizio a domicilio Acqua Da Gigi. Esce dalla porta, guarda le cassette di minerale in vetro disposte sull’iveco.
Punta con il dito le selezionate, che sono sempre sotto cinquanta casse che lei ha contrassegnato come ‘contaminate’ dall’imprecisione del logo impresso sulla plastica. Gigi, che è un uomo di 60 anni con i bicipiti di gozzilla, solleva con la mano in configurazione corna (indice-mignolo) una cassetta da dieci kg, guarda mia madre, indica la cassa sottostante e dice: “è questa, bambola?”
Poi lei paga, con lo sguardo più minaccioso che riesce ad estrarre, per fargli capire che il suo mestiere si è trasformato recentemente in una possibile attività di sicario.
Capovolge le bottiglie una per una. (sono in vetro)
Fa fare l’assaggino a mio padre, subdola.
Poi contrassegna la bottiglia con il postit “OK”
Se vai a casa mia e non bevi da una bottiglia OK, mia madre sta già chiamando Zanfrini pompe funebri.
Per dire.
Che vado in casamadre.
Che appena le chiedo che cosa mettono nell’acqua per contaminarla lei chiama l’ospedale di como e mi prenota una lavanda gastrica. Poi chiama Zanfrini pompe funebri per sicurezza.
Poi mi dice : varechina.
Ora. La varechina.
Ammetto di non avere un passato da casalinga ma mi ricorda qualcosa come la candeggina.
Chiedo se è ? candeggina.
No. È varechina.
Va bene. Grazie.
Mi chiedo perché il tg4 anziché montare un servizio da venti minuti scatenando il panico globale e sottoscrivendo puttanate ad effetto, non possa mandare a mia madre un campione di varechina in busta per la prova-olfatto.
Mi auguro che il tg4 non faccia un servizio sui polli altrimenti il pater familias sarà costretto a mangiare radicchio per dieci anni. Sempre che mia madre si convinca che l’allarme Chernobyl sia cessato.