L’acume femminile raggiunge la maturità non appena percepisce e abbraccia la filosofia del coordinato.
Tale baluardo è raggiunto spontaneamente, come l’istinto materno: un giorno ti svegli con utero più cordiale del solito e ti accorgi che il neonato che mangia pappine non è una pubblicità che promuove la capsula bifase contro i radicali liberi.
Per pura informazione ripetere continuamente come un mantra la parola “spartiacque” può aiutare a allontanare questo istinto, e in alcuni casi fa anche abortire.
Ma dicevamo.
Ogni essere umano desidera un trapasso esteticamente scenografico.
Fosbury dal quinto piano di condominio, schianto su ingresso della Cariplo.
Abbraccio volontario -in qualità di pedone- a ferrari maranello in corsia di sorpasso sull’A4
Infarto da loggetta della Scala con caduta libera su violoncellista
Intossicazione per aver succhiato 400 grammi di tempera Cyano
A questo punto qualsiasi esponente del sesso femminile ha già realizzato che gli elementi scenici si vanificano senza il coordinato intimo impegnativo (no Pompea) sul quale possa coaugularsi meglio il decesso.
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Antefatto:
M. (sposata -cattolica), colpita da dettaglio spirituale sotto jeans: “Arkangel, ma tu hai le mutande nere!”
Arkangel (colica), considerando che la parola ‘perizoma’ davanti a una cattolica sollecita ricerche infinite di numeri di cellulare degli Esorcisti di Brugherio in multipli di sei: “m..”
M. (cattolica-SPOSATA): “dovrei comprarmene un paio anch’io, NERE, ma cosa me ne faccio?”